In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Carissima Cristiana,
certo, è normale che i numerosi fatti di cronaca che raccontano di ragazze stuprate o uccise da sconosciuti, ex fidanzati o coetanei incontrati a una festa, ti colpiscono e ti fanno soffrire, ma non ti devi meravigliare del fatto che qualcuna delle tue compagne non ne voglia parlare anzi si butta ancora di più in una frenesia di spensieratezza e magari ti prende pure in giro perché dai tanta importanza ad una cosa così lontana, che non ti capiterà mai (?) e non pensi a divertirti, come fa lei. Le reazioni sono le più diverse: c’è chi mette su una manifestazione contro la violenza sulle donne e chi invece considera questi avvenimenti come cose che non la riguardano. La morte degli altri invece è un fatto serio e tocca tutti, perché in ogni caso ricorda a ciascuno la propria, anche a chi non ci vuole pensare. E nessuno sa quando e come arriverà.
Per noi cristiani la morte è l’incontro definitivo con Gesù, che ci apre le porte del paradiso. Nel Vangelo se ne parla spesso. Anzi i primi cristiani erano convinti che Gesù sarebbe tornato presto per concludere la storia e inaugurare il Regno eterno di Dio. Qualche espressione delle lettere san Paolo va proprio in questa direzione. Gli evangelisti invece fanno capire una cosa molto chiara: nessuno sa quando Gesù verrà per la seconda ed ultima volta. In ogni caso l’incontro definitivo di ciascuno di noi con lui avverrà alla fine della vita. In quel momento si deciderà per ciascuno l’eternità: con la Trinità e i santi o lontano da loro. Due fatti possono spaventare o riempire di gioia: non sappiamo quando; il giudizio di Gesù dipende anche da noi. Chi vive da cristiano desidera incontrare il Signore, quando a lui piacerà; chi si allontana da lui, teme di essere condannato. Per questo il vangelo dà una sola soluzione: essere sempre pronti, avendo fiducia nell’amore misericordioso di Gesù che è morto proprio per salvarci.
Potresti chiedermi come si fa ad essere sempre pronti. Sicuramente non basta pensarci spesso, tanto meno farsi prendere dall’angoscia di un avvenimento spiacevole in agguato dietro l’angolo. Sono due le strade principali: la preghiera, che è un dialogo costante di amicizia con Gesù, e la carità verso i fratelli, specialmente quelli che sono vicini, a volte anche troppo vicini e possono dare fastidio, e quelli che hanno più bisogno, poveri, emarginati, perseguitati, malati… I santi si sono preparati così all’incontro con Gesù, possiamo farlo anche noi. E non lasciamoci spaventare dalle nostre debolezze e dai nostri peccati: Gesù perdona chi si affida a lui.
Ti auguro una domenica piena di gioia di vivere, fidandoti di Gesù
il tuo donS
ogni sera parla con Gesù della giornata che hai vissuto.