Battesimo del Signore - I Domenica del Tempo Ordinario

I Domenica del Tempo Ordinario

12 gennaio 2025

PRIMA LETTURA

Il Profeta si rivolge ai deportati di Babilonia e annuncia la bella notizia: il Signore ha perdonato il Israele; rinnoverà i prodigi dell'Esodo e sarà lui stesso a guidare il suo popolo nel ritorno a Gerusalemme.


Dal libro del profeta Isaia 40,1-5.9-11

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». 

Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.

Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano

e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato».

Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».


Meditazione

Tutti con il battesimo siamo diventati banditori della bella notizia della salvezza del mondo operata da Dio Padre, per mezzo di Gesù nello Spirito Santo. Così il profeta Isaia ci invita ad alzare la voce, e questo per due motivi: il primo è che bisogna vincere la sordità di chi è distratto dalle faccende di questo mondo, è prigioniero dei piaceri o è concentrato solo sulla ricerca di ricchezza o potere; il secondo è che l’annuncio deve arrivare a tutti, anche ai più lontani che fanno fatica a sentire l’annuncio con chiarezza.


SECONDA LETTURA

L'apostolo Paolo con gioia ricorda a Tito che la salvezza, che Dio ha manifestato in Gesù, non l'abbiamo meritata, è dono gratuito che parte dall'amore misericordioso di Dio, il quale vuole salvare tutti gli uomini. 


Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito     2,11-14; 3,4-7

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone. 

Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.


Meditazione

Può darci fastidio l’idea che non ci siamo meritati nulla da Dio. Ma è semplicemente la verità. Un bambino ha meritato di ricevere la vita? No, è un dono gratuito dei genitori. Così noi nei confronti del Signore: non abbiamo meritato di ricevere la vita da lui in questo mondo; non abbiamo meritato di ricevere la vita eterna, che ci ha portato Gesù. Il nostro merito può essere uno solo: rispondere all’immenso amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo con il nostro amore per loro e per i fratelli.


VANGELO

Il Battista ha risvegliato l'attesa del popolo e ci tiene a chiarire di non essere lui il Messia. L'evangelista Luca inserisce, subito dopo questa testimonianza di Giovanni, la scena del battesimo di Gesù, che, immerso in preghiera, inizia la sua missione, con il plauso del Padre e la presenza attiva dello Spirito Santo.


Dal vangelo secondo Luca     3,15-16.21-22

In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento»

Gesù nel Giordano in una scena del film

COMMENTO

La predicazione del Battista ha fatto sorgere nel popolo e tra i capi la domanda: che sia lui il Messia? Quando Luca scrive, il quesito è risolto, ma l'evangelista ci tiene a sottolineare sia il collegamento sia la differenza tra Gesù e Giovanni. È il Battista stesso che afferma la superiorità del battesimo cristiano, rispetto a quello di acqua che lui amministra, e di Gesù rispetto a lui; infatti, si paragona al più umile dei servi. 

Luca non fa vedere la scena del battesimo di Gesù e non dice che è Giovanni a battezzarlo. Anzi, ha già annunciato l'arresto del Battista, per indicare la fine della sua missione e l'inizio di quella di Gesù. Mettendo Gesù in mezzo al popolo, che si fa battezzare per il perdono dei peccati, Luca suggerisce un elemento fondamentale della missione del Messia: la solidarietà con i peccatori. Anche per questo, più che l’immersione, mette in rilievo la preghiera di Gesù dopo il battesimo. Qualcuno si meraviglia che Gesù preghi, ma egli, in quanto uomo, come noi in tutto, ha bisogno di mettersi in preghiera per ascoltare ciò che il Padre ha da dirgli e così comprendere meglio la propria missione e i passi che deve compiere, per obbedire a lui. Ed è in questo momento di colloquio intimo con il Padre che l'evangelista presenta tre avvenimenti straordinari: il cielo si apre, scende lo Spirito Santo in forma di colomba e viene una voce dal cielo. È questa l’investitura messianica. La lettura teologica e spirituale ci porta a entrare nel rapporto tra le persone della Trinità. 

Il Figlio assume la missione che il Padre gli ha affidato, compiendo il gesto che troverà compimento sulla croce: lui, l’innocente senza peccato, si fa battezzare nella folla dei peccatori, iniziando così a prendere su di sé i peccati di tutti gli uomini, realizzando la solidarietà fraterna e la condivisione della condizione dei peccatori, per ottenere a vantaggio di tutti il perdono del Padre. 

Lo Spirito scende visibilmente per conferire l’investitura messianica e guidare l’azione di Gesù secondo il progetto del Padre, il quale, da parte sua, conferma il suo amore totale per il Figlio amato e il suo compiacimento per l’obbedienza di Gesù, che inizia la missione pubblica.

Ai lettori che conoscono il Primo Testamento il cielo che si apre indica che con Gesù riprende, e non si chiude più, il dialogo della salvezza tra Dio e l'umanità.


SPUNTI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA 

Il Battista ha testimoniato di essere l'ultimo dei servi, mentre era il più grande dei profeti. Noi, a parole, molte volte riconosciamo di essere semplici creature di fronte a Dio. Ma poi non vogliamo dipendere da lui né servire i fratelli.

Gesù nel battesimo ha iniziato a caricarsi dei peccati dell'umanità e di quelli di ciascuno di noi. Ci ha tracciato una strada difficile, ma bella e feconda di fraternità: anche noi, per somigliare a lui, possiamo caricarci dei limiti, dei difetti e dei peccati delle persone con cui condividiamo la vita e chiedere, a nome loro, perdono al Signore.

La preghiera è il luogo in cui apriamo il cuore al Signore, ci riveliamo a lui per quello che siamo, ci togliamo le maschere che stravolgono il nostro spirito. Se facciamo così, anche lui ci parla e si rivela per quello che è: nostro Padre.

Se oggi non possiamo sperare che il Padre ci dica: “sono contento di te”, non perdiamo la certezza che lui, ancora una volta, ci dice: “tu sei mio figlio e io ti voglio bene... comunque”.


PROPOSTA DI IMPEGNO

Basta pensarci un po' e pregare sinceramente per scoprire quale dono il Signore desidera da noi oggi.


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