Natale del Signore
Natale del Signore - Messa della notte
PRIMA LETTURA
Il popolo di Dio cammina nelle tenebre, perché nazioni più potenti lo tormentano e lo tengono sottomesso. Il profeta annuncia la luce che vince le tenebre, perché proviene dal Signore. Un bambino porta questa luce. Nessun re in Israele ha realizzato questa profezia, ma il vecchio Simeone, prendendo in braccio Gesù bambino, lo presenterà come luce delle nazioni.
Dal libro del profeta Isaia 9,1-6
Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra sulle sue spalle, e il bastone del suo aguzzino, come nel giorno di Màdian. Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul suo regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.
Meditazione
Oggi non è solo un popolo a camminare nelle tenebre, ma gran parte dell’umanità, immersa in una cultura materialistica, individualistica ed egoistica, che non riconosce Dio e non considera gli uomini come veri fratelli, anzi autorizza guerre e violenze di ogni genere. Il Dio-bambino non è solo un messaggio, è un dono permanente che traccia la strada della fraternità universale nell’amore.
SECONDA LETTURA
Paolo annuncia la manifestazione della grazia di Dio nella storia, non più per Israele soltanto, ma per tutti gli uomini. Chi accoglie il dono gratuito del Padre, manifestato nell'incarnazione del Figlio, coltiva la speranza della vita eterna e vive in modo nuovo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito 2,11-14
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Meditazione
La lotta tra bene e male avviene dentro di noi, prima che fuori. Abbiamo tutta la libertà necessaria per scegliere come pensare e come agire per il bene. E in questa lotta non siamo soli e deboli, abbiamo a disposizione la forza che Gesù Cristo ci dona: lo Spirito Santo.
VANGELO
Il censimento è il segno del potere di Roma. Il potere di Dio invece si manifesta in un bambino. Per questo Luca nel racconto della nascita di Gesù sottolinea due aspetti che rivelano il volto di Dio: Gesù, il Figlio eterno, entra nella storia umana in punta di piedi, come bambino 'normale'; i primi a ricevere la bella notizia sono i più poveri e disprezzati.
Dal vangelo secondo Luca 2,1-14
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

COMMENTO
Anche oggi i popoli della terra, sia i ricchi e potenti, che i deboli e poveri, camminano nelle tenebre e sottostanno a schiavitù diverse. Il Signore ama tutti i popoli e ciascuno dei suoi figli e li vuole salvi. Per questo ha mandato il suo Figlio unigenito. A tutti coloro che lo accolgono e credono in lui, è donata la salvezza e una vita nuova. Purtroppo molti ancora non conoscono il dono di Dio; succede anche che tanti, che pure lo conoscono e dicono di credere in lui, trasformano la venuta del Messia in una festa sentimentale e folkloristica, che non produce frutti di salvezza (per molti ‘Babbo Natale’ – fa girare molti soldi per regali – ha sostituito Gesù). San Paolo ci invita a rinnovare la gioia della venuta del Signore, ad attendere la sua seconda venuta nella gloria e a gustare la sua presenza costante nella nostra vita, vivendo da figli di Dio e portando frutti di vita buona.
Davanti alla semplicità del racconto evangelico possiamo correre il rischio di non capirlo affatto. Luca scrive un racconto di natura teologica e chiede adesione di fede. Il censimento, di cui egli parla, è il primo nella storia conosciuta ed è il segno del potere imperiale, che vuole contare i suoi sudditi per tassarli e per precettare i giovani nell’esercito. È il tempo della pax augustea: l'imperatore Augusto è ritenuto un 'dio' che dona la pace ai popoli, sottomessi da Roma. Sappiamo bene che tipo di pace fosse e a che cosa porterà il potere imperiale. Invece, il portatore della pax divina nasce piccolo, debole e povero.
Non ha una casa, non ha una sua culla, è pellegrino, per i suoi genitori non c’è un posto in cui essere accolti, riservato e adatto alla sua nascita. Arriva in questo mondo in un ambiente di fortuna, avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia per animali. La corte che festeggia la nascita di questo povero-re-povero è eccezionalmente strana: da una parte gli angeli, messaggeri dell’Onnipotente, e dall’altra i pastori, la categoria di lavoratori più disprezzata ed emarginata, che vanno a rendere omaggio in una stalla-reggia ad un bambino, uguale ai loro figli, che però gli angeli hanno chiamato ‘Cristo Signore’. Ce n’è abbastanza per capire che Luca presenta già il Messia come portatore di una realtà completamente diversa da quella che tutti si aspettano: il re del cielo è povero e sta dalla parte dei poveri, degli emarginati e dei perdenti. Lo stesso messaggio Gesù darà da adulto, quando mostrerà un Messia che non schiaccia i nemici, ma si consegna a chi lo vuole eliminare. Infatti, per qualcuno degli studiosi, questo racconto è anche un anticipo della passione: venire alla luce, essere avvolto in fasce ed essere deposto nella mangiatoia, sarebbero un’anticipazione della seconda nascita sulla croce, dell’essere avvolto nella sindone e dell’essere deposto nel sepolcro, in attesa della risurrezione. Anche se Luca non l’avesse pensato, l’accostamento non sarebbe proprio fuori luogo. È un Messia che viene non per conquistare il potere, ma per consegnare il suo potere di Figlio di Dio agli uomini: farli diventare tutti figli di suo Padre, attraverso la debolezza della croce e l’offerta della propria vita.
Il figlio di Dio, quando è venuto, non è stato accolto dai benestanti, da quelli che avevano una casa propria, uno stipendio sicuro, un posto rispettato nella società. È allucinante che tanti cristiani, non importa a quale chiesa appartengano, che celebrano il Natale con tanta commozione, possano produrre guerre, possano pensare di ricacciare indietro i migranti in cerca di un posto per vivere dignitosamente. Non si rendono conto che, mentre depongono la statuetta di Gesù nel presepe, stanno respingendo il Cristo in carne ed ossa: “ogni volta che non avete accolto uno straniero... non avete accolto me”.
SPUNTI PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA
- Il mondo cammina nelle tenebre, perché il male gli impedisce di vedere la verità. Alla Chiesa e a ciascuno di noi oggi è affidato il compito 'messianico' di lottare contro il male e di portare la luce della verità, nel nome di Cristo.
- Il natale di Gesù è la festa più snaturata dell'anno. Non si può festeggiare Gesù, dimenticando i suoi fratelli più poveri e bisognosi.
- Maria e Giuseppe hanno 'tra le mani' il salvatore del mondo, ma vedono un bambino come tanti. Anche a loro è richiesta la fede. Ai genitori di oggi il Signore affida gli uomini e le donne di domani. È un tesoro da custodire e far crescere.
- I pastori per primi ricevono l'annuncio della nascita del Messia. La Chiesa oggi ha il compito di annunciare e di far sperimentare ai più poveri il dono di Dio per la loro salvezza.
PROPOSTA DI IMPEGNO
Cercare un povero da aiutare o da servire.