Risurrezione del Signore - Veglia pasquale nella Notte Santa

Risurrezione del Signore - Veglia pasquale nella Notte Santa

19-20 aprile 2025

Prima LETTURA

È il primo racconto della creazione, anche se meno antico del secondo. Mentre nell'altro Dio crea usando mani e soffio, in questo l'atto creatore avviene semplicemente attraverso la parola. L'autore ci tiene a sottolineare più volte che tutto ciò che è creato da Dio è cosa buona, anzi molto buona.


Dal libro della Genesi                                                          1,1 – 2,2

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.

Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

Dio disse: «Le acque brùlichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brùlicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltìplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò.

Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto.


Meditazione

Il creato manifesta alcune caratteristiche di Dio: esiste, è buono, è bello, ama l’ordine… È stato affidato all’uomo, che ne è non il padrone, ma il custode. Ci è chiesto di custodirlo e di averne cura… quando questo non avviene, offendiamo Dio, il creato non ci dà quello di cui abbiamo bisogno per vivere bene, facciamo del male all’umanità e mettiamo a rischio la stessa vita. Oggi anche il creato ci chiede conversione.


Seconda LETTURA

Il sacrificio di Abramo, incomprensibile nella richiesta da parte di Dio e angosciante nella risposta di Abramo, per noi cristiani è una anticipazione del sacrificio che si è realizzato sulla croce. Dio che non ha voluto per sé la vita di Isacco, ha accettato di sacrificare il suo Figlio per noi. Abramo, da parte sua, con la sua obbedienza fiduciosa nella fedeltà di Dio, diventa modello assoluto di fede per ogni credente.


Dal libro della Genesi                                                              22,1-18

In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo

in olocausto su di un monte che io ti indicherò».

Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme.

Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme. Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio.

Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere». L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».


Meditazione

Gesù ci ha presentato un volto diverso di Dio Padre: non chiede in sacrificio i figli degli uomini, ma offre il proprio Figlio per la salvezza di tutti, anche di quelli che non lo conoscono o non credono in lui.


Terza LETTURA

Il passaggio del Mar Rosso è l'esperienza tipica dell'intervento potente di Dio a favore del suo popolo. Per noi cristiani è simbolo del passaggio di Cristo attraverso la morte e di ogni cristiano attraverso le acque del battesimo, che innesta i credenti nel nuovo popolo di Dio.


Dal libro dell’Esodo                                                              14,15 – 15,1

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo, perché gli Israeliti entrino nel mare all’asciutto. Ecco, io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, così che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri».

L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò dietro. Andò a porsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.

Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra. Gli Egiziani li inseguirono, e tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri entrarono dietro di loro in mezzo al mare.

Ma alla veglia del mattino il Signore, dalla colonna di fuoco e di nube, gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l’esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno. Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro un muro a destra e a sinistra.

In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani, e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto, e il popolo temette il Signore e credette in lui e in Mosè suo servo.

Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:


Meditazione

Israele ha conosciuto un Dio potente, che combatte con lui contro i nemici. Gesù ci ha presentato un Dio-Amore, che non combatte contro nessuno e fa i miracoli dell’amore per tutti i suoi figli. Così le grandi battaglie del Primo Testamento diventano il simbolo della vittoria dell’amore di Dio, manifestato in Gesù, contro il male.


Quarta LETTURA

Dio con l'alleanza aveva scelto Israele come sposa, rendendola feconda di molti figli. Ella per la sua infedeltà è in esilio, ma il Signore non dimentica il suo amore e promette di riprendere con sé la sua sposa. Egli rimane fedele e rinnoverà la sua alleanza.


Dal libro del profeta Isaia                                                    54,5-14

Tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome; tuo redentore è il Santo d’Israele, è chiamato Dio di tutta la terra. Come una donna abbandonata e con l’animo afflitto, ti ha richiamata il Signore. Viene forse ripudiata la donna sposata in gioventù? – dice il tuo Dio. Per un breve istante ti ho abbandonata, ma ti raccoglierò con immenso amore. In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto; ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore. Ora è per me come ai giorni di Noè, quando giurai che non avrei più riversato le acque di Noè sulla terra; così ora giuro di non più adirarmi con te e di non più minacciarti. Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace, dice il Signore che ti usa misericordia. Afflitta, percossa dal turbine, sconsolata, ecco io pongo sullo stibio le tue pietre e sugli zaffìri pongo le tue fondamenta. Farò di rubini la tua merlatura, le tue porte saranno di berilli, tutta la tua cinta sarà di pietre preziose. Tutti i tuoi figli saranno discepoli del Signore, grande sarà la prosperità dei tuoi figli; sarai fondata sulla giustizia. Tieniti lontana dall’oppressione, perché non dovrai temere, dallo spavento, perché non ti si accosterà.


Meditazione

Il profeta Isaia ci presenta un Dio sempre innamorato, ma che, vedendosi tradito, ha abbandonato la sua sposa. Poi ritorna da lei. Il giuramento di non adirarsi più noi l’abbiamo visto realizzato in Gesù: Dio, Padre suo e nostro, mai abbandona il Figlio, mai abbandona il suo popolo, mai abbandona ciascuno dei suoi figli.


Quinta LETTURA

Attraverso il profeta il Signore esorta il popolo di Israele ad accogliere con fiducia l'invito a tornare a lui. Segno dell'accoglienza è la conversione del cuore. Dio promette perdono e alleanza; Israele, da parte sua, ha già sperimentato che la parola del Signore realizza sempre ciò che dice.


Dal libro del profeta Isaia       55,1-11

Così dice il Signore: «O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, venite; comprate e mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete. Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, i favori assicurati a Davide. Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; 

accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocàtelo, mentre è vicino. L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui 

e al nostro Dio che largamente perdona. Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, 

senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia,

così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».


Meditazione

Il popolo d’Israele e i singoli fedeli a volte cercano la loro felicità lontano dal Signore e trovano la schiavitù. L’annuncio della misericordia di Dio per il suo popolo attraversa tutto il Primo Testamento e i Profeti ne sono banditori autorevoli e poco ascoltati. Noi sappiamo che, se ci siamo allontanati dal Signore, abbiamo sempre la possibilità di tornare da lui, che ci aspetta a braccia aperte.


Sesta LETTURA

Il profeta Baruc rilegge per il popolo gli avvenimenti che lo hanno portato all'esilio. Dio ha amato il suo popolo e, attraverso la Legge, gli ha donato la via della sapienza. Ma Israele ha tradito la Legge che gli era stata consegnata e ha perso la saggezza. La liberazione dall'esilio sarà frutto della misericordia di Dio e realizzerà il ritorno del popolo alla fedeltà.


Dal libro del profeta Baruc       3,9-15.32 – 4,4

Ascolta, Israele, i comandamenti della vita, porgi l’orecchio per conoscere la prudenza. Perché, Israele? Perché ti trovi in terra nemica e sei diventato vecchio in terra straniera? Perché ti sei contaminato con i morti e sei nel numero di quelli che scendono negli inferi? Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! Se tu avessi camminato nella via di Dio, avresti abitato per sempre nella pace. 

Impara dov’è la prudenza, dov’è la forza, dov’è l’intelligenza, per comprendere anche dov’è la longevità e la vita, dov’è la luce degli occhi e la pace. Ma chi ha scoperto la sua dimora, chi è penetrato nei suoi tesori? Ma colui che sa tutto, la conosce e l’ha scrutata con la sua intelligenza, 

colui che ha formato la terra per sempre e l’ha riempita di quadrupedi, colui che manda la luce ed essa corre, l’ha chiamata, ed essa gli ha obbedito con tremore. Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia e hanno gioito; egli le ha chiamate ed hanno risposto: «Eccoci!», e hanno brillato di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini. Essa è il libro dei decreti di Dio e la legge che sussiste in eterno; tutti coloro che si attengono ad essa avranno la vita, quanti l’abbandonano moriranno. Ritorna, Giacobbe, e accoglila, cammina allo splendore della sua luce. Non dare a un altro la tua gloria né i tuoi privilegi a una nazione straniera. Beati siamo noi, o Israele, perché ciò che piace a Dio è da noi conosciuto.


Meditazione

Tanti santi hanno lodato il creato e le creature perché obbediscono a Dio e alla legge dell’universo e della natura. Solo l’uomo, dotato di libertà per dialogare con Dio ed entrare in comunione con lui, può rifiutare la legge di Dio, fatta per la sua vita e la sua felicità. La vera sapienza è a disposizione di ogni uomo che la desideri sinceramente e conduce alla conoscenza di ciò che è vero, buono, bello, giusto e veramente utile alla vita di ogni persona e di ogni società umana.


Settima LETTURA

Il profeta Ezechiele, che vive in esilio, ricorda a tutti che il castigo di Dio è stato causato dai delitti del popolo. Ma il Signore gli ha ordinato anche di annunciare il perdono di tutti i peccati, la liberazione e il ritorno alla Terra Promessa, insieme al dono di un cuore nuovo, capace di vivere l'alleanza con fedeltà. 


Dal libro del profeta Ezechiele                               36,16-17a.18-28

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, la casa d’Israele, quando abitava la sua terra, la rese impura con la sua condotta e le sue azioni. Perciò ho riversato su di loro la mia ira per il sangue che avevano sparso nel paese e per gli idoli con i quali l’avevano contaminato. Li ho dispersi fra le nazioni e sono stati dispersi in altri territori: li ho giudicati secondo la loro condotta e le loro azioni. Giunsero fra le nazioni dove erano stati spinti e profanarono il mio nome santo, perché di loro si diceva: “Costoro sono il popolo del Signore e tuttavia sono stati scacciati dal suo paese”. Ma io ho avuto riguardo del mio nome santo, che la casa d’Israele aveva profanato fra le nazioni presso le quali era giunta.

Perciò annuncia alla casa d’Israele: “Così dice il Signore Dio: Io agisco non per riguardo a voi, casa d’Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni presso le quali siete giunti. Santificherò il mio nome grande, profanato fra le nazioni, profanato da voi in mezzo a loro. Allora le nazioni sapranno che io sono il Signore – oracolo del Signore Dio –, quando mostrerò la mia santità in voi davanti ai loro occhi.

Vi prenderò dalle nazioni, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme. Abiterete nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio”».


Meditazione

Tutti i doni del Signore restano in attesa alla porta del nostro cuore, finché noi non ci decidiamo ad aprirla. Anche il dono dello Spirito Santo. Dio è nostro Padre, ci ama infinitamente e mantiene tutte le promesse che ci ha fatto attraverso Gesù. Ma non ci obbliga mai. Il rapporto con lui è semplicemente amore ricevuto e ricambiato liberamente.


EPISTOLA

È un testo tipico per la catechesi battesimale. L'evento salvifico della morte e risurrezione del Signore Gesù viene comunicato nel battesimo e rivissuto da tutti coloro che credono in lui e passano dalla morte, frutto del peccato, alla vita nuova in Cristo.


Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani                   6,3-11

Fratelli, non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova. Se infatti siamo stati intimamente uniti a lui a somiglianza della sua morte, lo saremo anche a somiglianza della sua risurrezione.

 Lo sappiamo: l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui, affinché fosse reso inefficace questo corpo di peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è liberato dal peccato. Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.


Meditazione

Gesù con la sua morte ha fatto morire il peccato del mondo. Se noi moriamo con Cristo anche il peccato è morto in noi. La nostra risurrezione è inizio di vita nuova in Cristo e con Cristo. Ma se il peccato è morto in Cristo, come mai è ancora presente nel mondo? Ogni peccato è già stato perdonato, e ogni uomo ha la missione di ripercorrere liberamente l’esperienza di Gesù e partecipare alla sua vittoria fino alla propria morte e l’umanità fino alla fine del mondo.


VANGELO

Per Luca anche l'ascensione al cielo di Gesù avviene a Gerusalemme, per questo gli angeli non danno appuntamento in Galilea. La difficoltà a credere e lo stupore per la scomparsa del corpo di Gesù e per la visione di angeli, preparano l'incontro con il Signore e la gioia di credere in lui risorto.


Dal vangelo secondo Luca         24,1-12

Il primo giorno della settimana, al mattino presto [le donne] si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea e diceva: “Bisogna che il Figlio dell’uomo sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno”».

Ed esse si ricordarono delle sue parole e, tornate dal sepolcro, annunciarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo. Anche le altre, che erano con loro, raccontavano queste cose agli apostoli.

Quelle parole parvero a loro come un vaneggiamento e non credevano ad esse. Pietro tuttavia si alzò, corse al sepolcro e, chinatosi, vide soltanto i teli. E tornò indietro, pieno di stupore per l’accaduto.

Immagine di Gesù risorto che apre le braccia sorridente.

COMMENTO

È un racconto semplice e lineare, ma ricco di implicanze per la fede. Anzitutto sembra chiaro che nessuno si aspettava la risurrezione, anche se Gesù l’aveva predetta. Nessuno poteva avere l’idea di cosa sarebbe successo, perché la risurrezione è un evento assolutamente unico e imprevedibile nel contenuto e nei modi in cui si è manifestato. Soltanto dopo gli apostoli si faranno un concetto preciso e sarà quello che predicheranno nel mondo. Così le donne restano perplesse di fronte alla sparizione del corpo di Gesù. Saranno i due ‘angeli’ a far ricordare le parole di Gesù e ad affidare loro il compito di essere le prime annunciatrici della risurrezione del Signore. La loro testimonianza, invalida per la Legge ebraica, si scontrerà con i pregiudizi e l’incredulità degli apostoli. A Pietro non basteranno neanche la corsa al sepolcro, la verifica della sparizione del corpo, ma non della sindone, e il ricordo della parola di Gesù per rispondere con la fede, si limiterà allo stupore con molti interrogativi senza risposta. Saranno necessarie varie apparizioni e diversi segni della concretezza anche ‘fisica’ della risurrezione. 

Rimane per noi misterioso quel verbo ‘bisogna’, che esprime la necessità del passaggio attraverso la croce per arrivare alla risurrezione e realizzare la salvezza dell’umanità. È una necessità rispetto a Dio (il suo amore misericordioso richiede che qualcuno dia il segno del distacco doloroso dal peccato, e Gesù ha portato dentro di sé tutti i peccati dell’umanità), rispetto agli uomini (perché gli uomini capiscano fino a che punto Dio li ha amati) o a tutti e due?


SPUNTI PER L'ATTUALIZZAZIONE E LA PREGHIERA 

  1. Le donne cercano il cadavere di Gesù. Qualche volta anche noi consideriamo Gesù come se non fosse risorto. Andiamo a trovarlo ogni tanto, gli portiamo qualche fiore, ma non lo vediamo vivo, che cammina con noi e ci indica la strada.
  2. Nessuno crede alla testimonianza delle donne. Quante volte siamo rimasti sorpresi, ma non toccati e cambiati, dalla testimonianza di tanti santi del passato e del presente. Ci difendiamo, ci diciamo che non è per noi. E restiamo fermi nella nostra comoda mediocrità.
  3. Ma Cristo è veramente risorto. Se apriamo anche un po' il nostro cuore e la nostra mente, ci sentiamo invasi dalla gioia, perché capiamo e sappiamo che la nostra vita ha un senso e un valore, che vanno oltre le debolezze, i fallimenti, i nostri peccati e la nostra morte. Gesù è risorto anche per ciascuno di noi.
  4. Le donne hanno testimoniato. Non basta testimoniare perché gli altri credano. Ma la nostra parte vogliamo farla fino in fondo. Non smetteremo di far vedere con la nostra vita che crediamo in Gesù Risorto. Il risultato pastorale non è nelle nostre mani, ma nella forza dello Spirito e nella libertà di chi vede e ascolta.

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